Vitigni a bacca rossa

Sangiovese

Il vitigno Sangiovese, conosciuto fin dal 1500, per alcuni studiosi ha origine molto probabilmente etrusca, in particolare sembra provenire dalla zona a nord del Tevere e a sud dell’Arno, da cui poi si sarebbe diffuso oltre l’Appenino, fino ad interessare le colline romagnole, per altri invece sembra provenire dal Sud Italia dove incrociandosi poi con altre varietà locali ha generato ad esempio il nerello mascalese, ulteriori ipotesi lo vedono prima figlio e poi padre del ciliegiolo toscano.

Anche l’origine del nome è incerta, si va dall’ “uva sangiovannina” con riferimento alla sua maturazione precoce o al sanguegiovese”, ossia “sangue di Giove”, in quanto proveniente dal Monte Giove, nei pressi di Santarcangelo di Romagna.

Il vitigno Sangiovese si presenta principalmente in due macro distinte tipologie: Il Sangiovese grosso, corrispondente ad alcuni biotipi coltivati in Toscana, tra cui il Brunello ed il Prugnolo Gentile ed un Sangiovese piccolo, a cui fanno riferimento la maggior parte delle varietà sia Toscane che dell’ Emilia Romagna.

Il Sangiovese cambia notevolmente le sue caratteristiche espressive al variare dei climi e dell’altitudine a cui viene coltivato.

Decine e decine i cloni di sangiovese riconosciuti, con caratteristiche ben diverse tra loro, dal grappolo spargolo a quello compatto, dal clone con vigoria e produzione abbondante a quello più equilibrato e meno esuberante, diverse inoltre le attitudini enologiche: idoneo a lunghi affinamenti oppure da bersi giovane.

Il vino che si ottiene dal vitigno Sangiovese è di colore Rosso rubino, intenso, caldo al palato, fruttato, tannico con buona freschezza.

Il vino prepara i cuori e li rende più pronti alla passione

Ovidio